Audit della catena di fornitura – Criteri ESG e buone prassi
Torna alla pagina del glossarioGli audit ESG e della catena di fornitura sono sempre più importanti per il modo in cui le organizzazioni gestiscono il rischio, garantiscono la conformità e promuovono miglioramenti significativi nelle loro reti di fornitori. Con l’intensificarsi delle pressioni normative e le interruzioni globali che continuano a mettere in luce le vulnerabilità, le aziende hanno bisogno di una visione chiara e credibile delle pratiche dei fornitori. Un’indagine Gartner del 2024 ha rilevato che il 42% dei responsabili degli acquisti considera le interruzioni delle forniture come il rischio principale. La visibilità sulle performance e sulla stabilità dei fornitori risulta quindi più critica che mai.
Questi audit sono sempre più collegati. Le questioni ESG, come i diritti dei lavoratori, le emissioni e l’approvvigionamento etico, hanno un impatto diretto sulla continuità della catena di fornitura. Allo stesso tempo, le performance della catena di fornitura determinano la capacità di un’azienda di rispettare i propri impegni ESG. Per le aziende di oggi, comprendere lo scopo e la funzione di ciascun tipo di audit è il primo passo per costruire una base di approvvigionamento responsabile e resiliente.
Come funzionano assieme gli audit della catena di fornitura e quelli ESG
Sebbene siano spesso gestiti da team o sistemi separati, gli audit ESG e della catena di fornitura hanno uno scopo comune: identificare i rischi, migliorare le performance e garantire la responsabilità delle operazioni e della base di fornitori di un’azienda. Comprendendo chiaramente l’ambito, i criteri e gli obiettivi di ogni audit, le aziende possono integrare meglio le considerazioni ESG nelle strategie della catena di fornitura e creare una rete più agile e trasparente.
Che cos’è un audit della catena di fornitura?
L’audit delle attività della catena di fornitura dovrebbe essere una valutazione strutturata dei processi, delle operazioni e dei rischi che caratterizzano la rete di fornitura di un’azienda, dall’approvvigionamento delle materie prime alla produzione, passando per lo stoccaggio, la gestione delle scorte e la distribuzione finale. L’obiettivo è quello di valutare l’efficienza e la responsabilità con cui le merci e le informazioni si muovono attraverso la catena di fornitura e di identificare le lacune che potrebbero causare inutili ritardi e costi eccessivi o mettere a rischio le reti di fornitura.
A seconda dell’ambito, un audit potrebbe scoprire inefficienze nelle operazioni di magazzino, vulnerabilità nelle aree geografiche dei fornitori o opportunità per ridurre gli sprechi e migliorare le performance di consegna. Fornisce inoltre informazioni su settori quali la salute e la sicurezza, l’approvvigionamento etico e l’impatto ambientale.
In particolare, gli audit della catena di fornitura consentono ai responsabili delle decisioni di passare dalle ipotesi alle prove. Con una visione chiara di ciò che accade nelle reti interne ed esterne, le aziende possono prendere decisioni più intelligenti per garantire continuità e redditività in un mercato in continua evoluzione. Sia che si concentrino su una questione specifica o sulla catena di fornitura end-to-end, gli audit sono uno strumento fondamentale per la trasparenza e la resilienza.
Che cos’è un audit ESG?
Un audit ESG è una verifica formale delle politiche, delle pratiche e delle performance di un’azienda in relazione ai criteri ambientali, sociali e di governance. A differenza degli audit di sostenibilità generali, che spesso si concentrano sulle iniziative interne o sui risultati delle rendicontazioni, gli audit ESG valutano il modo in cui un’organizzazione e i suoi fornitori gestiscono i rischi materiali legati all’impatto climatico, ai diritti dei lavoratori, alla condotta etica e alla trasparenza. L’ambito di un audit ESG può variare, ma in genere comprende:
- Monitoraggio delle emissioni
- Uso dell’energia
- Gestione dei rifiuti e delle risorse
- Diversità e inclusione
- Salute e sicurezza
- Misure anti-corruzione
- Conformità alle normative
L’audit ESG svolge inoltre un ruolo fondamentale nel supportare i quadri di rendicontazione obbligatori e volontari, aiutando le aziende a soddisfare i requisiti di divulgazione in continua evoluzione e ad allinearsi alle aspettative degli stakeholder. Questi audit creano una base strutturata e coadiuvata dai dati per l’attribuzione della responsabilità e contribuiscono a dimostrare progressi misurabili e un impegno continuo verso pratiche sostenibili.
Poiché i fattori ESG sono prioritari nelle strategie aziendali globali, vengono integrati in misura sempre maggiore all’interno di programmi più ampi di gestione della catena di fornitura. La conformità non si misura più solo in base ai tempi di consegna o alla qualità dei prodotti: le aziende devono valutare le performance dei fornitori anche in base all’impatto ambientale e alla governance etica. Gli audit ESG aiutano a estendere la responsabilità al di là delle mura aziendali, allineando la supervisione dei fornitori agli obiettivi di sostenibilità a lungo termine, alle aspettative degli investitori e ai requisiti normativi.
Il processo di audit: dalla pianificazione all’azione correttiva
Il processo di audit è pensato per produrre informazioni significative e accurate, sia che l’obiettivo sia quello di valutare le performance dei fornitori, di confrontare i parametri di sostenibilità o di scoprire i rischi operativi. Un audit ben eseguito contribuisce a rivelare le lacune dei processi correnti e fornisce la struttura per ottenere miglioramenti misurabili a livello dell’intera organizzazione. Le fasi da definire prima di cominciare gli audit ESG e della catena di fornitura includono:
- Definire ambito e criteri: chiarire cosa verrà verificato e perché. Ciò include la definizione degli obiettivi, la selezione di parametri rilevanti e l’identificazione delle parti della catena di fornitura esterna e dell’organizzazione interna da includere nella revisione.
- Sviluppare il piano di audit: costruire un piano strutturato per orientare la conduzione dell’audit. I team devono allinearsi sulle responsabilità, sulle tempistiche e sulle modalità di acquisizione dei risultati per garantire la coerenza tra tutti i siti soggetti all’audit.
- Acquisire e analizzare i dati: raccogliere informazioni utilizzando liste di controllo, visite in loco, interviste e verifiche della documentazione. I dati devono essere acquisiti in un formato standardizzato per garantire l’affidabilità e sostenere confronti chiari.
- Riportare i risultati in modo chiaro: tradurre i risultati in un report conciso e strutturato. L’obiettivo è far emergere i problemi e fornire ai team interni e agli stakeholder le informazioni necessarie per agire.
- Implementare le azioni correttive: identificare i follow-up specifici, assegnare la responsabilità e stabilire le scadenze per la risoluzione. È necessario monitorare e documentare i progressi per garantire che i miglioramenti non si fermino al report.
Se ben eseguiti, gli audit creano un ciclo di feedback che favorisce un progresso significativo, non solo un’istantanea delle circostanze correnti. Aiutano le organizzazioni a rafforzare i controlli interni, a stabilire aspettative più chiare con i fornitori e a rendere gli obiettivi di sostenibilità e di rischio più associati al contesto operativo.
Creare una lista di controllo completa per gli audit ESG e della catena di fornitura
I criteri degli audit devono andare oltre i controlli di conformità superficiali. Per essere efficaci, devono valutare il modo in cui un’azienda e i suoi fornitori operano nell’ambito delle principali dimensioni ambientali, sociali ed etiche. Queste categorie stabiliscono ciò che viene misurato, ciò che si qualifica come rischio e dove è necessario apportare modifiche. Una lista di controllo accurata aiuta le aziende a conformarsi agli obblighi di rendicontazione e a far rispettare ai fornitori standard significativi.
Criteri ambientali
I parametri ambientali rilevano il modo in cui le aziende gestiscono le proprie risorse, riducono al minimo i danni ambientali e si adattano ai rischi legati al clima. I criteri possono includere il consumo energetico, l’uso dell’acqua, le pratiche di gestione dei rifiuti, il controllo dell’inquinamento e le modalità di approvvigionamento e smaltimento dei materiali. Queste valutazioni forniscono una visione critica sia della conformità che dell’allineamento alla sostenibilità a lungo termine.
Una delle sfide più pressanti legate ai parametri ambientali è la rendicontazione delle emissioni di CO₂. Anche se molte aziende monitorano le emissioni di Scope 1 e Scope 2, la maggior parte ha difficoltà con lo Scope 3 (quelle legate alla propria catena di fornitura). Queste emissioni rappresentano circa il 75% dell’impronta di carbonio di un’azienda, ma l’80% delle organizzazioni dichiara di avere una visibilità limitata su questo livello. Per colmare questa lacuna, molte organizzazioni si stanno rivolgendo a soluzioni di valutazione delle emissioni di CO₂ che consentono di monitorare le emissioni a livello di fornitore e forniscono dati affidabili sullo Scope 3 che supportano i target interni e la rendicontazione esterna.
Pratiche sociali e di lavoro
Gli audit sociali e del lavoro valutano il modo in cui le aziende gestiscono i rischi legati ai diritti umani lungo le rispettive catene del valore. Gli auditor esaminano attentamente le condizioni lavorative, le politiche di salute e sicurezza e il modo in cui gli standard di lavoro vengono rispettati nelle varie regioni e nei diversi livelli. Il lavoro forzato e la schiavitù moderna rappresentano elementi cruciali: gli audit valutano se sono stati applicati gli indicatori di alto rischio nello screening dei fornitori e se esistono protocolli per porre rimedio alle violazioni eventualmente riscontrate.
Le aziende devono dimostrare più di un’intenzione in quest’ambito e fornire prove di una due diligence attiva. Ciò include valutazioni documentate dei rischi, meccanismi di reclamo per i lavoratori e attenzione continuativa alle azioni correttive. Queste pratiche sono essenziali per garantire un approvvigionamento etico e salvaguardare il benessere dei lavoratori su scala.
Governance etica e conformità
Gli audit sulla governance valutano in che misura un’azienda applica pratiche commerciali etiche e rispetta gli standard normativi. Ciò include la verifica delle politiche anticorruzione e anticoncussione, delle informative finanziarie ed ESG e della documentazione dei fornitori. Gli audit possono anche esaminare la supervisione a livello del consiglio di amministrazione, le strutture di responsabilità interne e il modo in cui le società gestiscono i conflitti di interesse.
La trasparenza è un aspetto fondamentale a questo livello. Le organizzazioni devono dimostrare che i la tracciabilità dei processi decisionali e il riconoscimento dei contributi degli stakeholder. Pratiche di governance solide contribuiscono a ridurre i rischi legali e reputazionali e a sostenere un impegno ESG credibile.
Rischi e vulnerabilità della catena di fornitura
Le interruzioni della catena di fornitura, siano esse dovute a eventi climatici, cambiamenti normativi o instabilità geopolitiche, possono far deragliare le operazioni senza preavviso. Ecco perché è essenziale valutare non solo come si comporta una catena di fornitura in condizioni normali, ma anche quanto è esposta quando le cose vanno male. I criteri degli audit incentrati sul rischio considerano se un’azienda ha mappato la sua base di fornitura oltre il 1° livello, ha segnalato i fornitori o le regioni ad alto rischio e ha identificato le dipendenze critiche che rappresentano una minaccia per la continuità aziendale.
Le aziende dovrebbero inoltre valutare la presenza e la maturità dei piani di emergenza. Esiste una strategia documentata per reindirizzare le spedizioni, rifornirsi da fornitori alternativi o mantenere la produzione durante un’interruzione? Questi piani sono testati e aggiornati regolarmente?
Un audit solido non tratta il rischio come un concetto astratto. Individua le vulnerabilità e valuta se vengono gestite attivamente. Questa visibilità aiuta le aziende a creare solide strategie di gestione del rischio della catena di fornitura e a sviluppare la resilienza necessaria per adattarsi in tempo reale.
Parametri di performance della catena di fornitura
Sebbene i parametri di verifica della sostenibilità siano essenziali per un audit completo della catena di fornitura, le performance operative rappresentano spesso un elemento cruciale. Questo è particolarmente vero per le aziende che cercano di identificare le inefficienze e controllare i costi. Gli audit dovrebbero includere una valutazione degli indicatori chiave di performance (KPI) che riflettono la salute, la velocità e la coerenza delle operazioni della catena di fornitura. I KPI comuni includono:
- Percentuale di consegne puntuali
- Affidabilità dei tempi di consegna
- Accuratezza delle scorte
- Variazione dei costi e spreco di materiale
- Percentuali di difetti della qualità
- Impiego della capacità
- Reattività dei fornitori
- Efficienza logistica (ad es. ottimizzazione dei percorsi o consolidamento delle spedizioni)
Questi parametri consentono alle aziende di capire dove si verificano i ritardi, in che misura i fornitori soddisfano le aspettative e se le decisioni operative sono in linea con gli obiettivi strategici. Se abbinati ai criteri ESG, creano un quadro più completo delle performance della catena di fornitura.
Superare le sfide degli audit: buone prassi per progressi sostenibili
Anche i migliori programmi di audit devono affrontare delle sfide in fase di implementazione. I dati sono spesso sparsi tra le varie piattaforme. I fornitori potrebbero non avere la capacità (o l’incentivo) di rispondere agli audit con coerenza o trasparenza. I team interni possono avere difficoltà a coordinarsi tra le varie funzioni, soprattutto quando gli audit riguardano più regioni o categorie. Ma queste barriere non sono un motivo per ridimensionarsi. Sono il segnale che il processo di audit deve evolversi.
Le buone prassi illustrate di seguito contribuiscono a trasformare i programmi di audit in catalizzatori di miglioramento continuo:
- Stabilire target chiari e allineati: gli obiettivi devono essere definiti in anticipo e adattati alle priorità aziendali. L’allineamento a target ESG, esposizione al rischio e requisiti di conformità contribuisce a garantire che gli audit della catena di fornitura producano informazioni fruibili per i team.
- Dare priorità agli aspetti più importanti: un approccio basato sul rischio consente alle aziende di concentrarsi sulle aree con il maggiore impatto potenziale, come i fornitori in regioni ad alto rischio, le categorie con violazioni passate o le operazioni legate ai requisiti normativi.
- Proteggere l’indipendenza degli audit: i risultati hanno valore solo se riflettono la realtà. Che gli audit siano condotti da terzi o da team interni, l’obiettività e l’accesso sono fondamentali per garantire valutazioni accurate e credibili.
- Far seguire un’azione strutturata: i piani di azioni correttive devono includere tempistiche definite, responsabili e aspettative per il follow-up. I progressi devono essere monitorati e applicati, non presunti.
- Sfruttare gli strumenti giusti: le piattaforme digitali forniscono una mappatura della catena di fornitura che consente di centralizzare la documentazione, standardizzare il punteggio degli audit e semplificare il confronto delle performance tra fornitori e regioni.
Quando gli audit ESG e della catena di fornitura sono integrati in strategie di sostenibilità e di gestione del rischio più ampie, diventano la base per un impegno costante dei fornitori, per il monitoraggio delle performance e per progressi ESG misurabili. L’obiettivo non è solo quello di identificare i punti deboli, ma di creare un percorso strutturato verso catene di fornitura più solide e responsabili.