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Delucidazioni sul CBAM: il Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere dell’UE e cosa comporta per voi

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CBAM
Spiegato
La tariffa UE sulle emissioni di CO₂ e le sue implicazioni

Il Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, comunemente noto come CBAM, è un innovativo strumento politico dell’Unione Europea ideato per tassare le emissioni di CO₂ incorporate in alcuni beni importati. Il suo obiettivo principale è quello di prevenire la rilocalizzazione delle emissioni di CO₂, ovvero i casi in cui le aziende potrebbero delocalizzare la produzione in paesi con regole climatiche più deboli o in cui le industrie dell’UE finirebbero col risultare svantaggiate rispetto a importazioni non soggette a costi ambientali simili.

A tale scopo, il CBAM crea un sistema di tariffazione del carbonio per le importazioni che rispecchia il sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (EU ETS). Dall’avvio di una fase transitoria di rendicontazione nel 2023 e con il passaggio alla piena attuazione nel 2026, il CBAM richiederà agli importatori dell’UE di rendicontare e pagare le emissioni di gas serra associate a specifici beni ad alta intensità di carbonio, tra cui acciaio, alluminio, cemento, fertilizzanti, elettricità e idrogeno.

Il CBAM non è quindi solo un regolamento commerciale, ma anche un meccanismo di responsabilità climatica con implicazioni di vasta portata per le catene di fornitura, le strategie di approvvigionamento e la rendicontazione ESG. Le aziende che importano i prodotti interessati nell’UE dovranno tenere traccia delle emissioni di CO₂ a livello di prodotto, coordinarsi con i fornitori di tutto il mondo e creare sistemi interni per la gestione dei dati e la conformità alle normative. In breve, il CBAM porta la trasparenza climatica al punto di ingresso.

Il 26 febbraio 2025, la Commissione europea ha proposto un pacchetto di semplificazione omnibus per facilitarne l’implementazione e ridurre gli oneri amministrativi per gli importatori, in particolare per le imprese più piccole. Una modifica fondamentale è rappresentata da una nuova soglia di applicabilità basata sulla massa delle merci importate, che esenta potenzialmente molti importatori dagli obblighi del CBAM. Le modifiche proposte sono soggette al processo legislativo dell’UE prima di diventare norme effettive.

Come funziona il CBAM

Il CBAM applica alle merci importate un costo per la CO₂ che riflette il prezzo che i produttori dell’UE pagano nell’ambito del sistema di scambio di quote di emissione (EU ETS). Se si importano prodotti coperti nell’UE, è necessario tenere conto delle emissioni di gas serra prodotte durante la fabbricazione. A partire dal 2026, bisognerà:

  • Calcolare le emissioni integrate in ogni prodotto importato
  • Inviare una dichiarazione CBAM annuale
  • Acquistare certificati CBAM uguali alle emissioni dichiarate

Il prezzo di un certificato CBAM rispecchia il prezzo medio settimanale delle quote dell’EU ETS. Se il produttore straniero ha già pagato un prezzo per il carbonio, è possibile dedurre tale importo. In questo modo si evita una doppia tariffazione per le stesse emissioni.

Per ora, il meccanismo si applica solo ad alcune categorie di prodotti: ferro e acciaio, alluminio, cemento, fertilizzanti, elettricità e idrogeno. È possibile calcolare le emissioni per tipo di prodotto e inviare una relazione ogni trimestre durante il periodo di transizione. A partire dal 2026, sarà necessario presentare dichiarazioni annuali e pagare i certificati a copertura delle emissioni totali comunicate.

Il CBAM calcola le emissioni utilizzando tre opzioni: i dati effettivi sulle emissioni forniti dal produttore, i metodi equivalenti approvati o i valori predefiniti forniti dalla Commissione europea. I valori predefiniti si applicano solo in casi specifici e generalmente presuppongono emissioni più elevate. L’utilizzo dei dati reali dei fornitori può ridurre le emissioni dichiarate e i costi del CBAM.

Il sistema del CBAM è direttamente collegato alla politica climatica dell’UE. Mentre il blocco riduce le quota di emissioni di CO₂ gratuite per i produttori locali, il CBAM ne aumenta il costo per le merci importate. Ciò impedisce il trasferimento delle emissioni al di fuori dell’UE e spinge i fornitori verso metodi di produzione a basse emissioni.

Se si importano merci coperte, il CBAM influisce sull’approvvigionamento, sulla conformità e sulle relazioni con i fornitori. Avrete bisogno di dati affidabili sulle emissioni di carbonio da parte dei fornitori, di sistemi per tracciare le emissioni a livello di prodotto e di un piano per gestire gli acquisti di certificati una volta che gli obblighi finanziari saranno in vigore.

Ambito del CBAM: chi è interessato?

Il CBAM si applica alle aziende che importano merci specifiche nel territorio doganale dell’UE, in tutti gli Stati membri dell’UE, e non sono previste esenzioni in base al paese di origine (tuttavia, se il paese esportatore dispone di un sistema di tariffazione delle emissioni di CO₂, è possibile tenerne conto nella rendicontazione e ridurre l’obbligo di spesa).

Le aziende rientrano nell’ambito di applicazione se sono importatrici di riferimento per questi beni. Si intendono inclusi produttori, distributori o commercianti con sede nell’UE che si riforniscono da fornitori extra-UE. Il CBAM si applica a chiunque sdogani le merci nell’UE, anche quando non si tratta dell’utente finale di un prodotto.

I fornitori situati al di fuori dell’UE non sono direttamente regolamentati dal CBAM, ma i loro dati sono essenziali. Per calcolare e comunicare le emissioni incorporate nei beni che producono, saranno necessarie le informazioni di questi fornitori. Senza dati precisi, potrebbe essere necessario affidarsi a valori predefiniti, col rischio di un aumento dei costi dei certificati.

Per questo motivo, dovrete coinvolgere i fornitori, raccogliere i dati sulle emissioni a livello di prodotto e monitorare i volumi delle importazioni durante l’anno. Il meccanismo aggiunge nuove responsabilità ai team addetti agli acquisti, alla conformità commerciale e alla sostenibilità.

La Commissione europea propone di semplificare il CBAM per i piccoli importatori, soprattutto PMI e privati, introducendo una nuova soglia di esenzione CBAM minima pari a 50 tonnellate di massa. Questa esenzione è rivolta agli importatori di piccole quantità di beni coperti dal CBAM, che rappresentano quantità molto ridotte di emissioni incorporate che entrano nell’UE da paesi terzi. Ciò esenterebbe circa il 90% degli importatori, mantenendo circa il 99% delle emissioni nell’ambito del CBAM.

Requisiti di rendicontazione e tempistiche del CBAM

Il CBAM prevede un’implementazione in due fasi. La prima rappresenta un periodo di transizione incentrato sulla rendicontazione. La seconda introduce gli obblighi finanziari. Ogni fase ha requisiti distinti che influenzano le modalità di raccolta dei dati, la collaborazione con i fornitori e la preparazione dei sistemi interni.

Se si importano prodotti coperti dal CBAM, si è tenuti a comunicare le emissioni incorporate derivanti da tali importazioni. A partire dal 2026, sarà inoltre necessario acquistare e riscattare i certificati CBAM per coprire tali emissioni. Le tempistiche e le regole differiscono a seconda della fase.

La fase di transizione: dal 2023 al 2025

Dall’ottobre 2023 alla fine del 2025, è necessario comunicare le emissioni, ma non si dovrà pagare. Questo periodo dà agli importatori il tempo di creare processi interni, coinvolgere i fornitori e identificare le lacune nei dati prima che vengano applicate le sanzioni finanziarie.

Durante questa fase, dovrete esaminare la vostra catena di fornitura per verificare l’esposizione al CBAM, creare sistemi per il monitoraggio delle emissioni, identificare e coinvolgere i fornitori nei processi di rendicontazione dei dati sulle emissioni di CO₂ ed effettuare la registrazione come dichiaranti autorizzati CBAM se intendete continuare a importare nel 2026 e oltre. È inoltre necessario:

  • Inviare relazioni trimestrali che coprano le emissioni dirette incorporate delle importazioni
  • Utilizzare, ove possibile, i dati sulle emissioni effettive dei produttori. In caso di indisponibilità dei dati reali, è possibile utilizzare metodologie predefinite o equivalenti (l’uso predefinito è limitato nel tempo)
  • Disporre di dati tracciabili, anche se non è richiesto l’acquisto di certificati o la verifica di terze parti

Ogni relazione deve essere presentata entro la fine del mese successivo alla fine di ogni trimestre solare. Ad esempio, le relazioni del 4° trimestre 2023 dovevano essere consegnate entro il 31 gennaio 2024.

Implementazione completa: dal 2026

Da gennaio 2026, cominciano gli obblighi finanziari. Dovrete presentare una relazione annuale e acquistare i certificati CBAM che corrispondono alle emissioni incorporate nelle vostre importazioni. Ecco cosa cambia:

  • Inviare una dichiarazione CBAM annuale relativa a tutte le importazioni dell’anno precedente
  • Riscattare certificati CBAM pari al totale delle emissioni comunicate
  • Acquistare certificati a un prezzo basato sulla media settimanale dell’EU ETS
  • Dedurre i prezzi del carbonio pagati nel paese di origine (documentazione necessaria)
  • Far verificare i dati sulle emissioni da una terza parte indipendente
  • Utilizzare il registro CBAM per gestire dichiarazioni, certificati e documenti giustificativi

È necessario essere registrati come dichiaranti autorizzati CBAM prima di importare prodotti coperti dal CBAM nel 2026. L’autorizzazione viene concessa dall’autorità nazionale. L’UE ha semplificato il processo eliminando l’obbligo di consultazione e introducendo strumenti digitali.

Dovrete prevedere un budget per l’acquisto dei certificati, raccogliere dati verificabili sulle emissioni a livello di prodotto e assicurarvi che i vostri fornitori siano in grado di soddisfare tali requisiti. Ritardi, lacune o dati errati potrebbero aumentare i costi o far scattare sanzioni.

Come il CBAM si integra con le altre normative in materia di clima ed ESG

Quello del CBAM non è un programma a sé stante. Esso è infatti direttamente collegato al mercato del carbonio dell’UE e si sovrappone ad altre regole di divulgazione delle emissioni ed ESG. Se gestite la conformità o la relazione sulla sostenibilità, dovrete comprendere in che modo il CBAM si collega a questi framework.

Il CBAM e il sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (EU ETS)

Il CBAM rispecchia l’EU ETS. Mentre i produttori dell’UE pagano le emissioni attraverso il sistema ETS, il CBAM applica lo stesso costo del carbonio ad alcune importazioni. Se importate acciaio, alluminio o altri prodotti coperti dal CBAM, dovrete fa fronte a spese simili con i certificati CBAM.

L’UE eliminerà gradualmente le quote ETS gratuite per i produttori europei nei settori CBAM dal 2026 al 2034. Mentre queste scompariranno, il CBAM si espanderà. In questo modo, si equilibrerà la concorrenza tra produttori locali e stranieri.

CBAM e requisiti delle rendicontazioni ESG

Il CBAM richiede la comunicazione delle emissioni a livello di prodotto. Ciò risulta in linea con i dati che potreste già raccogliere in conformità a CSRD, protocollo GHG o norme nazionali come la SB 253 della California. Se monitorate le emissioni di Scope 3 associate alle merci acquistate, state già facendo parte del lavoro.

Utilizzate gli stessi metodi e standard in tutte le vostre relazioni. I metodi del protocollo GHG, le valutazioni del ciclo di vita e i dati verificati dei fornitori possono supportare sia le informazioni richieste dal CBAM che le divulgazioni ESG. Se gestite le relazioni sulla sostenibilità, coinvolgete i vostri team commerciali e addetti alla conformità. I dati del CBAM dovrebbero confluire nelle comunicazioni sulle emissioni. La tempestiva implementazione di queste procedure contribuirà a evitare discrepanze nelle relazioni pubbliche.

Potenziali sviluppi futuri

Il CBAM è il primo meccanismo del suo genere, ma altri stanno osservando. Gli Stati Uniti, il Canada e il Giappone stanno valutando la possibilità di applicare prezzi simili alle importazioni di carbonio. I fornitori globali potrebbero presto dover affrontare i costi del carbonio in più regioni.

Anche la politica commerciale sta cambiando. L’UE ha progettato il CBAM per seguire le regole del WTO, ma alcuni paesi hanno sollevato obiezioni. Se operate a livello transfrontaliero, monitorate l’evoluzione delle tariffe del carbonio. Ciò che oggi si applica nell’UE, domani potrebbe essere applicato altrove.

L’UE potrebbe espandere il CBAM dopo il 2030 per coprire un maggior numero di prodotti ed emissioni. Le emissioni indirette o i prodotti a valle potrebbero essere i prossimi obiettivi. Se volete prepararvi, mappate subito i dati sulle emissioni di CO₂, non solo per le importazioni attuali, ma per tutta la vostra catena di fornitura.

Semplificazione del CBAM: modifiche recenti

All’inizio del 2025, l’UE ha proposto una serie di aggiornamenti, noti come “pacchetto omnibus” o “di semplificazione”, per rendere il CBAM più facile da gestire prima della piena attuazione nel 2026. Queste modifiche riguardano la rendicontazione, i dati sulle emissioni e i soggetti obbligati a conformarsi. Se importate merci CBAM, dovrete verificare in che modo questi aggiornamenti influiscono sulla vostra rendicontazione e sulla pianificazione dei costi.

Esenzioni per piccoli importatori: la soglia delle 50 tonnellate

Se si importano meno di 50 tonnellate all’anno di un prodotto coperto da CBAM, non è necessario presentare rendicontazioni o acquistare certificati. Questa soglia si applica per gruppo di prodotti. Dovrete comunque monitorare i volumi delle importazioni annuali. Una volta superate le 50 tonnellate per un prodotto, dovrete rispettare l’intera categoria per tutto l’anno.

Questa modifica elimina la precedente esenzione dai dazi doganali di 150 euro e la sostituisce con una regola più significativa basata sui volumi. Se gestite un’azienda di piccole o medie dimensioni con importazioni limitate, questo potrebbe eliminare del tutto le rendicontazioni CBAM.

Aggiornamenti di rendicontazioni, autorizzazioni e gestione

L’UE ha semplificato il processo per diventare un “dichiarante CBAM autorizzato”. Non è più necessario completare la fase di consultazione precedentemente richiesta. Ora potete nominare una terza parte che gestisca le rendicontazioni CBAM per voi. Se lavorate con agenti doganali o consulenti, questi possono occuparsi delle vostre pratiche. Voi rimanete responsabili, ma loro possono gestire il processo.

L’UE ha inoltre lanciato un unico portale digitale CBAM. Potrete utilizzarlo per inviare i dati, gestire i certificati e comunicare con le autorità di regolamentazione. Vengono così sostituiti i processi frammentati vigenti in ogni singolo paese. Se i vostri fornitori dispongono di dati verificati sulle emissioni, possono caricarli sul registro CBAM. Potrete quindi farvi riferimento direttamente nelle vostre rendicontazioni, risparmiando tempo ed evitando duplicati.

Modifica delle scadenze per l’acquisto dei certificati e le rendicontazioni

Inizierete comunque a monitorare le emissioni dal 1° gennaio 2026. Ma i primi certificati CBAM non sono previsti prima del 2027. In questo modo avrete più tempo per raccogliere i dati, collaborare con i fornitori e completare la relazione annuale.

La scadenza per la presentazione della dichiarazione CBAM completa passa dal 31 maggio al 31 agosto di ogni anno. È necessario riscattare i certificati CBAM entro il 31 ottobre. Queste proroghe di due mesi vi danno più tempo per finalizzare i calcoli e acquistare i certificati dopo aver presentato la dichiarazione.

Revisione dell’ambito delle rendicontazioni delle emissioni

Il CBAM continuerà a concentrarsi sulle emissioni dirette, comprese quelle derivanti dall’elettricità utilizzata nella produzione. Non è necessario includere le emissioni indirette derivanti da calore, vapore o raffreddamento. Questo restringe l’impronta delle emissioni da tenere sotto controllo e semplifica le richieste di dati da parte dei fornitori.

Per ora, l’UE le ha escluse dal regolamento iniziale sul prezzo del carbonio CBAM per armonizzarsi con il sistema EU ETS nella sua forma attuale e per mantenere l’attenzione sulle emissioni misurabili e verificabili con i dati disponibili. Per gli importatori, questo evita di dover tenere conto di fonti a monte difficili da verificare. Per i fornitori, riduce l’onere di rendicontazione e la necessità di effettuare calcoli complessi.

Affrontare le sfide della conformità al CBAM

La conformità al CBAM non si limita alla compilazione di qualche relazione. Dovrete gestire i dati sulle emissioni provenienti da fornitori extra-UE, allineare la vostra rendicontazione alle metodologie dell’UE e sviluppare nuovi processi interni. Questi requisiti sono trasversali ai team di approvvigionamento, sostenibilità, conformità e finanza. Di seguito sono elencate le principali sfide operative e strategiche che dovrete affrontare prima dell’implementazione completa.

Raccolta e accuratezza dei dati

Il CBAM richiede dati accurati sulle emissioni a livello di prodotto per ogni spedizione importata. Nella maggior parte dei casi, ciò significa richiedere e ricevere i dati sulle emissioni direttamente dai vostri fornitori extra-UE. Molti fornitori non tracciano questi dati in modo conforme alle regole del CBAM o non li tracciano affatto. Alcuni potrebbero disporre solo di medie a livello di struttura. Altri potrebbero fornire dati sulle emissioni basati su metodi o parametri incompatibili.

Se non riuscite a ottenere dati utilizzabili, dovrete affidarvi ai valori predefiniti pubblicati dalla Commissione. Questi valori predefiniti sono in genere più alti della maggior parte dei valori reali, il che significa che probabilmente pagherete più del necessario in certificati. Per ridurre i costi e i rischi, dovrete stabilire processi volti a identificare i fornitori che rientrano nell’ambito di applicazione, raccogliere i dati giusti e verificare che siano conformi ai requisiti del CBAM.

Coinvolgimento e collaborazione con i fornitori

Senza la collaborazione dei vostri fornitori, non sarete in grado di rispettare il CBAM. Anche se il CBAM non regolamenta direttamente i produttori extra-UE, è necessario il loro contributo per calcolare e comunicare le emissioni. Ciò significa lavorare con fornitori che potrebbero non avere familiarità con la rendicontazione delle emissioni di CO₂ e che non dispongono di sistemi per generare i dati necessari. Alcuni potrebbero opporsi alla condivisione di informazioni sensibili sulla produzione. Altri potrebbero non avere le risorse per seguire le metodologie dell’UE.

Dovrete istruirli, fornire indicazioni chiare e stabilire le aspettative in anticipo, soprattutto con i fornitori chiave o che trattano volumi elevati. Le aziende più grandi potrebbero essere in grado di implementare programmi di coinvolgimento standardizzati. Quelle più piccole potrebbero aver bisogno di affidarsi a piattaforme o partner esterni per gestire le attività di sensibilizzazione e follow-up. Senza un impegno affidabile da parte dei fornitori, si rischia di non rispettare le scadenze di rendicontazione o di dover utilizzare valori predefiniti più costosi.

 


Collaborazione con EcoVadis per il coinvolgimento dei fornitori

Collaborate con il Carbon Action Manager per coinvolgere la vostra catena di fornitura nel calcolo, nella rendicontazione e nella riduzione delle emissioni.

PER SAPERNE DI PIÙ


 

Verifica e documentazione

A partire dal 2026, il CBAM richiederà la presentazione di dati sulle emissioni verificati da una terza parte indipendente. Ciò significa che dovrete pianificare la verifica a livello di fornitore e tenere traccia della documentazione per ogni spedizione dichiarata. Dovrete inoltre conservare audit trail, rendiconti delle verifiche e le prove dei prezzi del carbonio pagati al di fuori dell’UE, se applicabile.

Ciò richiede ruoli e flussi di lavoro chiari tra il vostro team e i vostri fornitori. Se non inserite la pianificazione delle verifiche nella vostra tabella di marcia, rischiate di non rispettare le scadenze o di rimanere con invii incompleti. Potrebbe anche essere necessario validare la credibilità di diversi verificatori terzi che operano in vari paesi e ambiti di produzione. Tutto ciò aggiunge tempo, costi e pressione operativa, soprattutto nei primi cicli di rendicontazione.

Tempistiche e rendicontazione

Il CBAM aggiunge nuove attività di rendicontazione al carico di lavoro esistente legato a conformità o criteri ESG. Durante il periodo di transizione, è necessario presentare le relazioni trimestrali un mese dopo la fine di ogni trimestre. Dal 2026, dovrete preparare una dichiarazione annuale, acquistare e riscattare i certificati e rispettare le nuove scadenze di agosto e ottobre.

Queste date non sempre si allineeranno con i cicli di rendicontazioni o di audit interni, il che potrebbe portare a conflitti o ritardi nei processi. È inoltre necessario disporre di sistemi per monitorare i dati sulle emissioni durante tutto l’anno, non solo a fine anno. Se operate in più paesi dell’UE o gestite diversi fornitori, il volume delle richieste, dei documenti e dei follow-up potrebbe crescere rapidamente.

Gestione dei cambiamenti normativi

Le norme del CBAM sono ancora in evoluzione. Il pacchetto di semplificazione omnibus, introdotto nel febbraio 2025, proponeva di modificare le soglie, le scadenze e i requisiti di verifica. È probabile che in futuro verranno apportati degli aggiornamenti, man mano che l’UE amplierà l’ambito di applicazione, perfezionerà le metodologie o risponderà ai feedback degli importatori.

Dovrete monitorare le modifiche normative e aggiornare di conseguenza i vostri processi e strumenti interni. Se operate in più giurisdizioni, dovrete anche conciliare i requisiti del CBAM con altre norme e quadri di riferimento per la divulgazione delle emissioni di CO₂, come CSRD, protocollo GHG o la SB 253 della California. L’allineamento a questi requisiti richiede coordinamento e pianificazione.

Gestione della conformità al CBAM: sviluppare un approccio scalabile

Il CBAM non rappresenta un’attività di rendicontazione una tantum: è piuttosto una funzione di conformità continua che riguarda gli acquisti, la sostenibilità, la finanza e il commercio. Per gestirlo efficacemente, le aziende hanno bisogno di sistemi in grado di supportare l’impegno dei fornitori, la raccolta dei dati sulle emissioni di CO₂, il calcolo delle emissioni e i flussi di lavoro per la rendicontazione su più aree geografiche e linee di prodotto.

Il primo passo consiste nel creare visibilità sulle emissioni della vostra catena di fornitura. Ciò significa collaborare con i fornitori per accedere ai dati sulle emissioni a livello di prodotto, idealmente basati su metodologie riconosciute. Molte organizzazioni stanno abbandonando i fogli di calcolo ad hoc e la ricerca manuale per passare a valutazioni strutturate e piattaforme di dati centralizzate. Questi strumenti rendono più facile raccogliere e standardizzare i dati sulle emissioni di centinaia di fornitori, tenere traccia di chi li comunica e segnalare le lacune nei dati prima delle scadenze.

La verifica diventa inoltre più gestibile quando i dati vengono raccolti e archiviati in un formato coerente. Sia che vi stiate preparando per il ciclo di rendicontazione del 2026 o che stiate esaminando le emissioni dei fornitori per informare le decisioni di acquisto, la capacità di disporre di dati strutturati e pronti per l’audit riduce il rischio di errori o di mancato rispetto degli obblighi.

Il coinvolgimento dei fornitori è un altro elemento fondamentale del processo. Le aziende che approcciano il CBAM in modo reattivo, richiedendo i dati sulle emissioni all’ultimo minuto, rischiano di incorrere in ritardi, resistenze o in una rendicontazioni di scarsa qualità. È invece più efficace creare programmi di coinvolgimento continuo in grado di supportare i fornitori nella comprensione e nel miglioramento delle loro performance per le emissioni di CO₂. Alcune aziende stanno integrando le valutazioni della maturità del carbonio nella fase di onboarding o nelle revisioni trimestrali, allo scopo di monitorare i progressi nel tempo e aiutare i fornitori a prepararsi per i futuri requisiti di verifica.

L’integrazione della preparazione al CBAM nella strategia ESG generale crea anche efficienza operativa. Gli stessi dati che supportano le procedure CBAM possono informare le dichiarazioni sulla sostenibilità, tracciare le emissioni Scope 3 e rafforzare la rendicontazione per gli investitori. L’allineamento della rendicontazione delle emissioni tra le varie funzioni riduce i duplicati e supporta gli obiettivi climatici a lungo termine.

Per le organizzazioni che vogliono rendere operativa la conformità al CBAM in modo scalabile, le piattaforme che combinano valutazioni ESG, monitoraggio della performance per le emissioni di CO₂ e collaborazione con i fornitori stanno diventando essenziali. EcoVadis supporta le aziende con strumenti per raccogliere e valutare i dati sulle emissioni di CO₂ dei fornitori, coinvolgere i partner della catena del valore e rafforzare la trasparenza delle emissioni nelle reti di acquisto.

Per scoprire come EcoVadis può sostenere i vostri sforzi di conformità al CBAM, rivolgetevi al nostro team.

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