Tassonomia UE
Tassonomia UE
Fondamentale per la spinta verso lo zero netto dell’UE, la tassonomia consente una classificazione standardizzata di 170 attività economiche in base a criteri scientifici. Affinché un’attività sia considerata “allineata alla tassonomia”, deve contribuire ad almeno uno dei sei obiettivi ambientali:
- attenuazione del cambiamento climatico (l’impatto di un’organizzazione sull’ambiente)
- adattamento al cambiamento climatico (l’impatto dell’ambiente sull’organizzazione)
- utilizzo e protezione dell’acqua e delle risorse marine
- transizione verso un’economia circolare
- prevenzione e controllo dell’inquinamento
- protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi
Inoltre, per essere classificata come sostenibile ai sensi della Tassonomia UE, un’attività non deve violare nessuno dei suddetti obiettivi ambientali e deve soddisfare le garanzie minime come i Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani.
A partire da gennaio 2023, determinate aziende sono tenute a valutare la performance delle loro attività rispetto ai criteri della tassonomia e divulgare pubblicamente i risultati. La Tassonomia UE è obbligatoria per:
- grandi aziende di interesse pubblico già soggette alla Direttiva sulle rendicontazioni non finanziarie (Non-Financial Reporting Directive, NFRD)
- Aziende attualmente non soggette alla NFRD (Direttiva sulle rendicontazioni non finanziarie), che soddisfano due dei tre criteri CSRD: i) oltre 250 dipendenti; ii) fatturato netto pari ad almeno 40 milioni di euro; iii) bilancio di almeno 20 milioni di euro
- PMI quotate in borsa
- operatori nel mercato finanziario, compresi istituti di previdenza professionale, che offrono prodotti finanziari all’interno dell’UE